La sezione Venezia Classici torna nell’ambito della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, dopo che nei due anni precedenti, a causa della pandemia, Venezia Classici era stata ospitata a Bologna dal festival Il cinema ritrovato (agosto 2020), mentre lo scorso anno si era tenuta nel centro storico di Venezia.
Torna anche la Giuria composta da studenti dei corsi di cinema delle università italiane, che – per il nono anno – assegnerà il Premio Venezia Classici per il miglior film restaurato e che sarà presieduta dal regista Giulio Base (Un cielo stellato sopra il ghetto di Roma, Il banchiere anarchico, Crack). La Giuria, composta da 21 studenti, ognuno indicato dai docenti dei diversi corsi di cinema delle università italiane, dei DAMS e della veneziana Ca’ Foscari, potrà altresì premiare il miglior documentario sul cinema presentato all’interno della Sezione.
Venezia Classici è la sezione che dal 2012 presenta alla Mostra in anteprima mondiale, una selezione dei migliori restauri di film classici realizzati nel corso dell’ultimo anno da cineteche, istituzioni culturali e produzioni di tutto il mondo. Curata da Alberto Barbera con la collaborazione di Federico Gironi, Venezia Classici presenta inoltre una selezione di documentari sul cinema e i suoi autori.
Il ritorno della sezione al Lido avviene in un anno nel quale si festeggiano importanti ricorrenze cinematografiche che Venezia Classici non poteva esimersi dal celebrare, come i centenari di Pier Paolo Pasolini, con il restauro di Teorema, di Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi, ricordati con i restauri di La marcia su Roma e La voglia matta, titolo quest’ultimo che permette di celebrare anche il centenario della nascita del regista Luciano Salce e di ricordare Catherine Spaak, scomparsa di recente.
Venezia Classici non poteva poi non rendere omaggio alla grandissima Monica Vitti, con il restauro di uno dei suoi film meno noti, ma da lei più amati: Teresa la ladra, diretto dall’allora suo compagno di vita Carlo Di Palma.
Tre sono i titoli del programma 2022 di Venezia Classici provenienti dagli Stati Uniti (Cavalcata di Frank Lloyd, The Black Cat di Edgar Ulmer e I conquistatori di Jacques Tourneur), e altrettanti arrivano dal Giappone (Una gallina nel vento di Yasujiro Ozu, Il profondo desiderio degli dei di Shohei Imamura e La farfalla sul mirino di Seijun Suzuki).
Il giro del mondo del cinema di Venezia Classici tocca poi l’India con I giocatori di scacchi di Satyajit Ray, la Francia di Mes petites amoureuses di Jean Eustache e di Le strane licenze del caporale Dupont, penultimo film di Jean Renoir, la Taiwan di A Confucian Confusion di Edward Yang, l’Inghilterra de I misteri del giardino di Compton House di Peter Greenaway, il Tagikistan di Bratan, sorprendente esordio alla regia di Bakhtyar Khudojnazarov, e la Repubblica Ceca di L’orecchio di Karel Kachyňa.
Completa il programma di Venezia Classici l’erotico Therese and Isabelle di Radley Metzger, proveniente dalla personale collezione di B-movie di Nicolas Winding Refn che lo ha recentemente restaurato e sarà alla Mostra per presentarlo.
Questo l’elenco completo dei restauri di Venezia Classici selezionati per la 79. Mostra:
VENEZIA CLASSICI
TERESA LA LADRA
di CARLO DI PALMA (Italia, 1973, 125’, colore)
restauro: Cineteca Nazionale
MES PETITES AMOUREUSES
di JEAN EUSTACHE (Francia, 1974, 123’, colore)
restauro: Les Films du Losange
THE DRAUGHTSMAN’S CONTRACT (I MISTERI DEL GIARDINO DI COMPTON HOUSE)
di PETER GREENAWAY (UK, 1982, 104’, colore)
restauro: BFI NATIONAL ARCHIVE
KAMIGAMI NO FUKAKI YOKUBO (IL PROFONDO DESIDERIO DEGLI DEI)
di SHÔHEI IMAMURA (Giappone, 1968, 173’, colore)
restauro: Nikkatsu
UCHO (L’ORECCHIO)
di KAREL KACHYNA (Cecoslovacchia, 1969, 97’, B/N)
restauro: Národní Filmový Archiv / National Film Archive
BRATAN (FRATELLO)
di BAKHTYAR KHUDOJNAZAROV (URSS, 1991, 97’, B/N)
restauro: Veit Helmer-Filmproduktion
CAVALCADE
di FRANK LLOYD (USA, 1933, 112’, B/N)
restauro: The Film Foundation / Walt Disney Picture
THERESE AND ISABELLE
di RADLEY METZGER (Francia, USA, Germania, Paesi Bassi, 1968, 119’, B/N)
restauro: by NWR-Denmark / Cinema Preservation Alliance-U.S.
KAZE NO NAKA NO MENDORI (UNA GALLINA NEL VENTO)
di YASUJIRÔ OZU (Giappone, 1948, 84’, B/N)
restauro: Shochiku
TEOREMA
di PIER PAOLO PASOLINI (Italia, 1968, 98’, B/N)
restauro: Cineteca di Bologna
SHATRANJ KE KHILARI (I GIOCATORI DI SCACCHI)
di SATYAJIT RAY (India, 1977, 129’, colore)
restauro: The National Film Archive of India
LE CAPORAL ÉPINGLÉ
di JEAN RENOIR (Francia, 1962, 107’, B/N)
restauro: StudioCanal
LA MARCIA SU ROMA
di DINO RISI (Italia, 1962, 94’, B/N)
restauro: Cineteca Nazionale
LA VOGLIA MATTA
di LUCIANO SALCE (Italia, 1962, 110’, B/N)
restauro: Cineteca Nazionale
KOROSHI NO RAKUIN (LA FARFALLA SUL MIRINO)
di SEIJUN SUZUKI (Giappone, 1967, 91’, B/N)
restauro: Nikkatsu
CANYON PASSAGE
di JACQUES TOURNEUR (USA, 1946, 92’, colore)
restauro: Universal Pictures / The Film Foundation
THE BLACK CAT
di EDGAR G. ULMER (USA, 1934, 65’, B/N)
restauro: Universal Pictures
DULI SHIDAI [A CONFUCIAN CONFUSION]
di EDWARD YANG (Taiwan, 1994, 128’, colore)
restauro: Taiwan Film and Audiovisual Institute
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Giulio Base – Note biografiche
Nato a Torino nel 1964, ha conseguito due lauree, la prima in Lettere Moderne presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università “La Sapienza”, con una tesi in Storia e Critica del Cinema. La seconda in Teologia presso l’Institutum Patristicum Augustinianum, con una tesi su “Il Tempo e la Memoria”. Lavora nel cinema da 39 anni in qualità di attore, regista, sceneggiatore. Vincitore di numerosi premi nazionali ed internazionali. Ha firmato la regia di 27 titoli fra film di lungometraggio usciti nelle sale cinematografiche e opere di fiction tv. Come attore (45 film) è stato diretto da grandi nomi del cinema mondiale (fra cui Ridley Scott e Nanni Moretti). Come regista ha partecipato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con tre opere: Crack (1991), Lest (1993) e Il Banchiere Anarchico (2018). Nel 2019 ha realizzato Bar Giuseppe, nel 2020 Un cielo stellato sopra il ghetto di Roma, che ha ottenuto una nomination ai David di Donatello e ha
vinto il premio del pubblico al Los Angeles Jewish Film Festival.