Lavoro sarà un nuovo tema del blog.
Oggi più che mai è necessario parlare di lavoro e del mondo del lavoro.
Domande sul lavoro
Chi sono i lavoratori di oggi? Che cosa fanno i lavoratori? Come lavorano? Quali sono le condizioni del mondo del lavoro? Quali i diritti e i doveri, non per legge, ma nel mondo reale?
Ci sono ancora imprenditori sani? È possibile essere imprenditori sani?
Sono convinto che sia necessario parlarne. È necessario e doveroso mettere i panni sporchi fuori. Capire e vedere se c’è qualcosa di marcio. Capire perché il merito non si fa sempre strada?
Il gioco è truccato? Il sistema si è inceppato da qualche parte? Si tratta del sistema farraginoso? O sono le persone sbagliate nel posto giusto?
Renderemo pubblici i pensieri, le voci di corridoio, le esperienze che le persone raccontano al bar, tra verità e leggenda.
Vorremmo ascoltare anche la vostra voce e grazie a questa voce poter migliorare le condizioni di vita di ciascuno.
Perché avere un lavoro dignitoso, pagato dignitosamente, nel rispetto dei diritti e dei doveri, rende liberi.
Una nuova lotta di classe
Qualcuno sostiene che si tratti di una nuova lotta di classe. E non ci si può fare nulla.
Qualcuno chiama gli imprenditori i prenditori, non più datori di lavoro ma donatori di lavoro.
I “prenditori” in questi ultimi decenni hanno basato i propri guadagni sul basso costo del lavoro. Oggi si “lamentano” perché non trovano più schiavi, precari e stagionali da sfruttare 12/15 ore al giorno, sabati, domeniche e festivi comprese. Dal Sud dell’Italia e del mondo, come dall’Est, fra pandemia e guerra, non arrivano più disperati disposti a tutto per mantenere una famiglia.
La nuova generazione di giovani ragazzi, coloro che si affacciano alla vita, è composta da giovani potenzialmente più colti e informati di sempre. Chi non lo è, per motivi economici è comunque fuori dai nostri radar.
I migliori sanno l’inglese e vanno in luoghi dove si vive meglio e si è pagati meglio.
Gli altri non sono “ricattabili”. Bivaccano davanti ad un bar, su un muretto o in vicoli dove non c’è nulla. Non ambiscono a nulla, né ad una casa, né ad una famiglia, né ad alcun bene mobile o immobile. Hanno tutto. Godono e godranno del lavoro fatto dai loro nonni e genitori.
Non esiste più il mito del successo, non esiste il mito del lavoro al Nord o all’estero, tanto meno attraverso le fuoriserie o le motociclette. Simboli ormai per cinquantenni o neo pensionati. Per vestire decentemente sono sufficienti pochi abiti, anche scuciti e mal messi di marchi concorrenziali e a buon mercato.
E non si possono abbindolare nemmeno con la pubblicità perché con 7 euro al mese si abbonano a piattaforme dove la pubblicità non c’è.
Musica e libri non sono mai stati così a buon mercato. Oltre a ciò molti giovani possono scegliere di tele lavorare decidendo di vivere dove la vita è migliore e costa meno. Per i viaggi hanno a disposizione voli a bassa costo e una scelta immensa di soggiorni a costi altrettanto bassi.
Quindi i “prenditori” avranno sempre meno prede da far abboccare ai loro ami.
Si tratta ovviamente di una strana lotta di classe individuale tutta da studiare. Una lotta di classe che va oltre il reddito di cittadinanza e che chi è abituato a vedere nei lavoratori degli schiavi, non riesce nemmeno a concepirla perché non ne possiede le chiavi interpretative.
Non avendo mai tenuto conto della vita degli altri, non riescono a capire il desiderio di una vita migliore.
Come avere successo nel lavoro?
Basta seguire una ricetta preconfezionata uguale per tutti per ottenere il successo?
Aumenta la Fiducia in Te Stesso Agendo, anche Scontrandoti con il Fallimento.
Migliora le tue Abilità Sociali
Allenati a Ritardare le Gratificazioni
Dimostra Passione e Perseveranza per gli Obiettivi a Lungo Termine
Fa che la Tua sia una Mentalità Aperta
Coltiva i Rapporti Personali
Rivaluta la Tua Concezione di Autenticità
Quale università scegliere?
Oppure è una questione di Università? Quale università scegliere? Si tratta di indovinare il percorso di laurea che ti garantisce un posto di lavoro? E chi può sapere cosa accadrà tra 3, 5 o 10 anni? O è invece una questione geografia. Sarà per questo che molti ragazzi del Sud vengono spediti al Nord? E molti ragazzi del Nord vengono spinti ad andare all’estero?
Che poi, avere una laurea basta? I laureati dicono di no. Ma è sempre meglio averla.
Non solo la laurea serve, ma che di laureati in Italia ne servirebbero almeno il triplo di quelli che ci sono.
Che poi sulla qualità delle nostre università o della didattica ci sia da discutere è un altro problema.
La vostra voce
Le declinazioni sul tema sono tante. Con questo blog, cercheremo di dare voce a chi, nonostante i mezzi e le opportunità, non riesce a trovare il suo posto nel mondo, così come meriterebbe.